sabato 16 marzo 2013

Il potere ha bisogno di rane bollite

Una rana cade in una pentola d’acqua bollente, e subito schizza via.
Un’altra entra in una pentola di acqua fredda. Qualcuno accende un piccolo fuoco sotto la pentola. La rana si gode il tepore dell’acqua che via via si scalda... via via... gradualmente  sempre più... finché muore bollita...
Il suo sistema di difesa non è tarato per salvarla da una simile e rarissima evenienza.

Come le rane, noi, esseri biologici, siamo tarati per rispondere ad attacchi e pericoli fisici evidenti e improvvisi. Il nostro sistema di difesa, programmato da milioni di anni, reagisce in modo automatico. Abbiamo anche imparato a reagire ad alcuni pericoli meno evidenti, ad aggressioni meno palesi, ad attacchi meno espliciti, anche solo a livello psicologico, provenienti da altri esseri umani. E stiamo ancora imparando. Ma mentre stiamo imparando, chi intende attaccare, opprimere, sottomettere, sta creando sempre nuove forme più sottili, più striscianti di prevaricazione.

E da chi possono arrivare questi attacchi? Solo da avversari, competitori, nemici esterni? Solo da persone che non ci vogliono bene? No, gli attacchi più pericolosi arrivano proprio dall’ombra delle persone che ci amano, che crediamo che ci amino, che credono di amarci. Perché questi attacchi, mischiati all’amore, sono molto difficili da riconoscere nella loro vera natura.

Tutte le barriere nella comunicazione sono equivalenti aggressivi. La loro funzione è quella di tenere l’altro a distanza, impedire l’intimità, impedire all’altro di esprimere se stesso, sottometterlo. In una parola: acquisire controllo e potere.

Il potere (dominio) è il contrario dell’amore: il potere separa, divide, manipola, cerca di sottomettere e asservire ai propri bisogni e desideri.

In passato, l’uomo esercitava il potere in famiglia. Era un fatto chiaro e palese, come era chiaro che i padroni comandavano e i servi o gli schiavi obbedivano.
Poi sono arrivati la democrazia, i diritti umani, la parità tra i sessi, la libertà di pensiero...

Ma il potere non è cambiato. L’Ego non è cambiato. Ha solo cambiato volto, in politica, in economia, nelle relazioni quotidiane. Da palese è diventato strisciante.


Oggi in Italia non è in corso un colpo di stato, ma, come avvisano Umberto Eco e Roberto Saviano (v. pdf),  uno striscio di stato. Pian piano, come rane bollite, gli italiani stanno dando il consenso a perdere le loro libertà, e tra queste la più preziosa: quella di pensare, ragionare con la propria testa, discernere tra chi si batte per il bene comune e chi si occupa di favorire i beni privati, cioè i beni che vengono sottratti ai più e consegnati alle minoranze che comandano.

E come avviene questa rivoluzione? Con piccoli passi, ognuno dei quali non sembra sconvolgente ai più. La maggioranza non se ne accorge. L’opposizione non sa fare il suo mestiere, che è quello di convincere la maggioranza che ha torto.

Ma queste cose non accadono solo in politica, che è il luogo dello scontro. Avvengono anche in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra amici, tra conoscenti, tra persone che si vogliono bene. E’ difficilissimo trovare amore puro, totale, disinteressato. Dove fiorisce questo tipo di amore, che è l’unico vero, prolificano la gioia dell’essere, l’entusiasmo, la piena vitalità. Quante persone entusiaste, vitali, gioiose conoscete?

 
Il potere non ha "potere" sulla felicità.

L’amore è quasi sempre mescolato al potere, e il potere pian piano erode l’amore, e con esso la possibilità di essere davvero felici, qualunque cosa accada, perché quando siamo davvero felici, stiamo realizzando ciò che vuole la nostra anima.

Quando il potere erode l’amore, a piccoli passi, senza farsene accorgere, consegna le persone coinvolte ad una strisciante infelicità, cioè alla paralisi e alla morte dell’anima, che fa la fine della rana bollita. Senza accorgersene, senza dare il proprio consenso, ci si trova così a sprecare ciò che abbiamo di più prezioso come esseri umani. Così, in cambio di un po’ di sicurezza e di una manciata di comode abitudini, molte persone tradiscono se stesse e si consegnano alla depressione comune.

Leggendo Aristotele, si può dire che la felicità sia un dovere etico. Perché chi è davvero felice sparge semi di felicità intorno a lui. E che cosa altro può desiderare un essere umano?

Mentre chi non è felice, sparge semi di infelicità, pian piano distrugge le relazioni a cui partecipa, mistificando e facendo pesare ad altri il suo stato, ponendo sulle spalle altrui pesi che sono solo suoi.


(tratto da: U. Galimberti, Miti del nostro tempo - novembre 2009)

Fonte:  mauroscardovelli.com

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